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Rifiuti elettronici: smaltimento e impatto sul Pianeta

06 settembre 2022

di Ginevra Vago

Articolo aggiornato ad agosto 2024 da Alessia Arnaldino

Insieme di rifiuti elettronici

La rapida modernizzazione globale del XXI secolo, la crescita economica, il progresso finanziario e tecnologico e i cambiamenti sociali hanno portato a una crescita esponenziale del mercato delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (EEE), mentre la durata di vita di questi prodotti è diventata sempre più breve.

Apparecchiature elettriche ed elettroniche sono diventate la spina dorsale dell’odierna società umana, poiché sono considerate il simbolo di uno stile di vita moderno, del comfort, dell’efficienza e persino della prosperità nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, ogni dispositivo elettronico, alla fine, diventa un rifiuto elettronico. Infatti, la vita media di un nuovo computer è scesa da 4,5 anni nel 1992 a circa 2 anni nel 2005 e sta ulteriormente diminuendo.

I rifiuti elettronici, detti e-waste, sono generati in quantità enormi in tutto il mondo e sono diventati un problema ambientale globale a causa del modo in cui vengono gestiti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Infatti, ogni anno, nei Paesi occidentali milioni di tonnellate di dispositivi elettronici vengono gettati via perché irreparabili, danneggiati o semplicemente obsoleti.  Questo ha un impatto enorme sul Pianeta, contribuendo ad aumentare i rischi annessi alla crisi climatica.

Inoltre, circa il 50%-80% dei rifiuti elettronici negli Stati Uniti viene esportato in Paesi in via di sviluppo, come il Ghana, come materiale “riciclabile” o “riutilizzabile”, anche se una percentuale crescente è in realtà inutilizzabile e deve essere scartata dal Paese importatore, che di solito non dispone di strutture per riciclarlo o smaltirlo in modo sicuro.

Cosa sono i rifiuti elettronici?

I rifiuti elettronici o i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) in generale si riferiscono a prodotti elettronici ed elettrici usati e a fine vita, generati localmente da uffici e abitazioni quando diventano obsoleti. Ciò implica che il materiale in questione non sarà riutilizzato e viene scartato dal proprietario nelle sue condizioni attuali. Ovviamente, questi rifiuti non sono biodegradabili e contengono diverse sostanze tossiche per l’ambiente. Tra essi troviamo:

  • apparecchiature per la temperatura: frigoriferi, pompe di calore, condizionatori d’aria, congelatori.
  • schermi: computer portatili, tablet, televisori, monitor
  • lampade: lampade fluorescenti, lampade a LED, lampade a scarica ad alta intensità.
  • apparecchiature di grandi dimensioni: lavatrici, stufe elettriche, grandi macchine da stampa, lavastoviglie, pannelli fotovoltaici.
  • piccole apparecchiature: microonde, aspirapolvere, apparecchiature di ventilazione, tostapane, bollitori, strumenti elettronici, macchine fotografiche.
  • piccole apparecchiature informatiche e di telecomunicazione: telefoni cellulari, strumenti GPS.

Smaltimento e riciclo dei rifiuti elettronici

Il caso di Agbogbloshie, Ghana

Il Ghana, Paese dell’Africa occidentale in forte crescita economica, è un importante centro di ricezione, riutilizzo, recupero e smaltimento dei rifiuti elettronici. Accra, la capitale, ospita un fervente mercato dell’usato, una rete capillare di officine di riparazione e una serie di iniziative che tentano di liberare il potenziale dei rifiuti elettronici.

Il sobborgo di Agbogbloshie, nella capitale del Ghana, è una vasta area urbana situata sulle rive della laguna di Korle. Oltre a ospitare circa 80.000 persone, è anche sede di una discarica di rifiuti elettronici enorme, altamente inquinata e dove non esistono sistemi adeguati di gestione del fine vita dei dispositivi elettronici.

L’economia locale del villaggio si basa su un mercato di cipolle e verdure che serve l’intera capitale, mentre chi non lavora al mercato si dedica alla raccolta di rottami metallici per guadagnare qualcosa. Per questo motivo, la gente del posto ha trasformato questa enorme discarica di rifiuti elettronici in una fonte di sostentamento. Poveri, migranti e bambini spesso recuperano i rifiuti semplicemente rompendo i vetri dei monitor non utilizzabili e bruciando gli involucri per recuperare i metalli preziosi per l’industria. Inoltre, a causa della mancanza di norme nazionali specifiche sul riciclaggio dei rifiuti elettronici in Ghana, gli smantellatori e i riciclatori devono lavorare in condizioni disastrose.

Centinaia di tonnellate di rifiuti elettronici finiscono qui ogni mese, mentre i Paesi occidentali cercano di scaricare le loro scorte sempre crescenti di spazzatura tossica. Dei rifiuti prodotti, solo una piccola parte – circa il 15% nel 2014 – viene riciclata con metodi efficienti e sicuri per l’ambiente.

Montagna di rifiuti elettronici e monitor di computer

L’impatto dei rifiuti elettronici sul Pianeta e sulla nostra salute

Questo processo comporta un notevole inquinamento ambientale e ha effetti estremamente dannosi sul benessere fisico della popolazione locale. Tuttavia, le persone costrette a vivere qui e a riciclare i rifiuti elettronici a mani nude, lo fanno per motivi economici. Gli “e-waste boys” sono per lo più bambini e giovani (tra i 15 e i 35 anni) che vivono in condizioni di estrema povertà. Di solito arrivano dal nord del Ghana senza alcun sostegno e, per non morire di fame, si intossicano ogni giorno di più lavorando all’interno di queste discariche senza alcun equipaggiamento protettivo, e solo pochi di loro ne escono indenni.

  • Impatto negativo sull’aria. Ogni giorno vengono bruciate tonnellate di cavi elettrici per estrarre il rame, pratica che causa il rilascio nell’ambiente di sostanze cancerogene come diossine e metalli tossici. L’aria sarà quindi contaminata dagli idrocarburi, respirati dagli abitanti del villaggio.
  • Impatto negativo sul suolo. I fumi tossici derivanti dalla combustione, oltre ad avvelenare l’aria, vanno a depositarsi sul terreno e sulle coltivazioni, poi vendute al mercato. I rifiuti elettronici, decomponendosi, rilasciano metalli pesanti tossici (come piombo, arsenico e cadmio) che penetrano nel terreno, contaminando piante e alberi. Pertanto, queste tossine possono entrare nell’approvvigionamento alimentare umano, potendo comportare difetti alla nascita e una serie di altre complicazioni per la salute.
  • Impatto negativo sull’acqua. Metalli pesanti come mercurio, litio, piombo presenti, per esempio, nelle batterie dei telefoni cellulari e dei computer, se non smaltiti correttamente, penetrano dal suolo alle falde acquifere, dove vengono trasportati verso ruscelli o piccoli stagni d’acqua, inquinando anche i sistemi di irrigazione e l’acqua che gli abitanti della zona bevono. Se questo non bastasse a farci capire la pericolosità dell’errato smaltimento di questi oggetti, possiamo prendere in considerazione un irreparabile danno provocato da questa situazione: il fiume Odaw è morto, non ci sono più organismi viventi perché i metalli pesanti e la plastica degli oggetti elettronici sono penetrati nel terreno e, passando per il fiume, sono finiti in mare. Inoltre, per quanto riguarda il suolo, uno studio ha mostrato che dei 100 campioni di terreno prelevati da Agbogbloshie, più della metà aveva una presenza di piombo pari a più del doppio dello standard accettato dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (Usepa).

4 consigli per affrontare il problema dell’e-waste

Secondo il Global E-waste Monitor, nel 2022 sono stati prodotti 62 miliardi di chili di rifiuti elettronici a livello mondiale, un dato quasi raddoppiato rispetto al 2010. È l’Europa ad aver generato il maggior numero di rifiuti elettronici (17,6 kg pro capite), con anche il più alto tasso documentato di raccolta e riciclaggio (7,5 kg pro capite), riciclando il 42,8% dei rifiuti elettronici generati. Altro campanello d’allarme è che – sempre secondo i dati del Global E-waste Monitor – “il tasso di crescita dei Paesi che attuano politiche, leggi o regolamenti sui rifiuti elettronici sta decelerando”. Infatti, solo 81 Paesi (ossia il 42%) hanno politiche, legislazioni o regolamenti in merito ai rifiuti elettronici.

Individui, aziende e istituzioni hanno tutti la responsabilità di gestire in modo corretto e coscienzioso i rifiuti elettronici. In che modo possiamo contribuire alla corretta gestione degli e-waste? Quando ci si trova di fronte alla volontà di cambiare un apparecchio elettronico, bisogna capire se sia una reale necessità. Se il dispositivo è ancora funzionante, si può rimandare il più avanti possibile la sua sostituzione, ma se proprio non è possibile, ecco 4 consigli per gestire al meglio la situazione.

  1. Provare a restituire l’apparecchio al produttore, che solitamente è fornito di adeguati sistemi di gestione dell’e-waste e, molto spesso, ti permette di ottenere buoni sconto sul prossimo articolo.
  2. Cercare opportunità di riutilizzo. Se il dispositivo si trova ancora in buone condizioni, può essere regalato ad amici o parenti o donato a enti di beneficenza in grado di ottenere valore dagli oggetti di seconda mano.
  3. Portare il dispositivo in discariche e strutture adibite e attrezzate per lo smaltimento dei rifiuti elettronici (per esempio le isole ecologiche comunali).
  4. Considerare l’idea di acquistare un dispositivo ricondizionato. Spesso non si prendono in considerazione i vari benefici ambientali che derivano dall’utilizzo di prodotti rigenerati. Infatti, acquistando un prodotto ricondizionato si evita di mandare in discarica dei prodotti che possono ancora venire utilizzati.

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Fonti:

Adjei Asare, “Life in Sodom and Gomorrah: the world’s largest digital dump”, The Guardian, 29/04/2014 

Amoyaw-Osei Yaw, Opoku Agyekum Obed, Pwamang John, Mueller Esther, Fasko Raphael, Schluep Mathias, Ghana e-waste Country Assessment, SBC e-Waste Africa Project, 2011 

Beaumont Peter, “Rotten eggs: e-waste from Europe poisons Ghana’s food chain”, The Guardian, 24/04/2019 

Chasant Muntaka, “Agbogloshie Demolition: The End of An Era or An Injustice?”, 22/08/2021 

Donkor Jonathan, “Clean-up at Agbobloshie Market progresses… one week after traders’ eviction”, The Ghanaian Times, 08/07/2021 

GhanaWeb, “Agbogloshie Demolition: Henry Quartey has not been honest with us – Assemblyman”, 02/07/2021 

Ottaviani Jacopo, “La Repubblica dei rifiuti elettronici”, https://www.internazionale.it/webdoc/ewaste- republic/ 

Rapezzi Carolina, “The informal e-waste and metal recyclers of Agbogloshie”, Equal Times, 23/10/2020 

https://economiacircolare.com/raee-report-global-e-waste-monitor/